FOCUS GRAVIDANZA
Negli ultimi anni si è sentito spesso parlare di HPV, acronimo di Human Papilloma Virus, ma di cosa si tratta, quali sono le reali insidie e come prevenire complicazioni? Ecco una breve guida per saperne di più.
La prima cosa da dire è che non esiste una sola tipologia di infezione da papilloma virus, ma circa 120 ceppi, di questi 30 si trasmettono per contatti intimi. Tra questi il 16 e il 18 possono destare problemi e si tratta per lo più di lesioni al collo dell'utero che possono evolversi, se non trattate, in tumore al collo dell'utero. Proprio il 16 e il 18 sono responsabili del 70% dei casi di tumori al collo dell'utero, La pericolosità è però rappresentata dal fatto che si tratta di una forma tumorale molto aggressiva. Se anche si scopre di avere uno di questi due tipi di HPV è bene non perdere la calma, infatti, di questi solo una piccola parte degenera in una forma tumorale (il 10%), mentre la maggior parte delle lesioni sono di tipo benigno e possono essere curate. Sono a basso rischio i ceppi identificati con i numeri 6, 11, 40, 42, 43, 44, 53, 54, 61, 72, 73 e 81. Gli altri possono essere identificati come a medio rischio.
Le donne sono a rischio di contrazione del Papilloma Virus in seguito a rapporti sessuali non protetti, in particolar modo nel caso in cui vi siano più partner. Deve però essere precisato che solitamente è molto più frequente che si verifichino tali lesioni nel caso in cui le difese immunitarie siano basse e quindi se vi sono già altre infezioni in corso. Tra i fattori che possono aumentare il rischio di contrarre l'HPV vi sono alcool e fumo, inoltre alcuni studi scientifici mettono in evidenza una correlazione tra l'infezione da HPV e l'uso della pillola anticoncezionale a base di estrogeni. Deve però essere ricordato che la maggiore incidenza delle infezioni nelle donne che usano contraccettivi orali è dovuta anche al fatto che solitamente queste persone non usano il preservativo, che ad oggi è ancora usato soprattutto a scopo anticoncezionale e non per la prevenzione di patologie virali come l'HPV, AIDS e altre malattie e trasmissione sessuale.
Per evitare che un'infezione da papilloma virus possa creare problemi degenerando in un tumore al collo dell'utero è molto importante la prevenzione, infatti, il papilloma virus non ha particolari sintomi. Solo in alcuni casi il manifestarsi frequente di infezioni al tratto uro-genitale può essere sintomo di un'infezione. Proprio per questo è raccomandato di sottoporsi a pap test almeno una volta ogni due anni. Solitamente è l'ASL competente per territorio ad invitare le donne a sottoporsi a tale esame che presso le stesse strutture è completamente gratuito. Si tratta di un semplice esame poco invasivo, con il quale vengono prelevate cellule dal collo dell'utero. Se dall'analisi non si evidenziano alterazioni delle cellule, non occorre fare altro. In caso contrario sarà necessario approfondire lo screening volto a cercare tracce del virus. In questo caso si procede con colposcopia. È un esame volto in modo specifico ad approfondire gli esiti di un pap test. Consente di eseguire un'analisi accurata dal punto di vista visivo dei tessuti del collo dell'utero che saranno ingranditi grazie ad un microscopio. Il ginecologo per avere una visione ottimale può applicare alla cervice acido acetico o soluzioni iodate che permettono di analizzare meglio le anomalie cellulari. Con la colposcopia è possibile prelevare piccole porzioni di tessuto da sottoporre a biopsia.
Il pap test e la colposcopia possono essere eseguiti anche in gravidanza senza che vi siano rischi per il feto, non si può, invece, eseguire durante il ciclo mestruale e nei giorni immediatamente precedenti e successivi. In caso di diagnosi di HPV in gravidanza è meglio non creare allarmismi, infatti, il virus non si trasmette al nascituro.
Una volta diagnosticata la presenza dell'HPV la donna viene sottoposta a cicli di cura. Di cosa si tratta? L'HPV in primo luogo non si cura con l'antibiotico che ha effetti su infezioni di tipo batterico, ma non virale. Saranno quindi prescritti dei prodotti per aumentare le difese immunitarie dell'ambiente vaginale. A questo punto la donna viene sottoposta ad una serie di controlli periodici volti a valutare la condizione delle lesioni. Questo avviene perché nella maggior parte dei casi le stesse regrediscono da sole. Solo nel caso in cui non dovesse accadere ciò, sarà necessario eliminare il focolaio del virus e nei casi più importanti procedere chirurgicamente con l'asportazione del tessuto uterino interessato dal virus. Deve però essere ricordato che, però, possono manifestarsi nuovamente le condizioni ideali per l'HPV, quindi i normali controlli periodici con pap test devono essere eseguiti. In seguito all'intervento i tessuti del collo dell'utero comunque si riparano e non vi saranno segni, inoltre sarà possibile avere delle gravidanze senza alcun problema.
Questa è la domanda che molte si pongono. In realtà già da molti anni il vaccino viene eseguito sulle ragazze adolescenti, la scelta dell'età non è casuale: si tratta di un'età in cui solitamente le ragazze ancora non hanno avuto rapporti sessuali, inoltre in questa fase la risposta immunitaria è ancora elevata. Il vaccino però ha buone probabilità di proteggere anche se eseguito dopo. Il vaccino oggi distribuito è efficace contro l'HPV 16, 18 (alto rischio), 6 e 11 (basso rischio) e prevede la somministrazioni di tre dosi.